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Redazione

Disabilità e bullismo: quando l’accessibilità web combatte l’esclusione

Il bullismo verso le persone con disabilità è un grosso problema: ecco come risolverlo

Da un apparente e semplice sfottò ad un atto di bullismo il passo è molto breve. Non si tratta, infatti, solamente di “ragazzate” quando c’è in gioco esclusione e odio verso chi è considerato, erroneamente, “diverso”. Nel nostro Paese episodi di bullismo nei confronti delle persone con disabilità sono all’ordine del giorno.

Le forme più comuni di bullismo verso la disabilità

Quante volte abbiamo letto titoli di cronaca come: “Bullismo, il racconto choc di un ragazzo disabile: “Ho rischiato di morire”; “Nessuna compagna vuole dormire in stanza con lei, ragazza disabile salta la gita scolastica”; “Ragazza disabile esclusa dalla cena di classe”; "Βullismo, picchiata una ragazza disabile. Le violenze in diretta su Instagram”.

Ognuno degli episodi sopra citati riguarda una particolare forma di bullismo. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.Sono quattro le forme più comuni di bullismo:

  • bullismo fisico: è la prima forma cui viene da pensare quando ci troviamo di fronte ad episodi di bullismo. Si verifica quando viene violata la sfera personale di qualcuno, con atti che provocano danno e dolore fisico;
  • bullismo verbale: è la manifestazione della famosa espressione “le parole, a volte, feriscono più dei gesti”. La persona presa di mira viene insultata per le proprie caratteristiche fisiche (peso, altezza), per il proprio orientamento sessuale o appartenenza culturale;
  • bullismo sociale: si manifesta con l’assidua esclusione di una persona dalla vita sociale del gruppo;
  • cyberbullismo: è la più recente forma di bullismo che ha trovato fertile terreno di sviluppo in Internet e le sue molteplici vie di comunicazione, Social Network, chat, forum.

Quanto e come è diffuso il bullismo

Uno sguardo ai dati Istat ci può aiutare a comprendere quanto e come è diffuso il bullismo - anche verso la disabilità - in Italia:

Grafico a barre orizzontali che mostra le percentuali, divise in "Totale", "Maschi" e "Femmine", delle principali tipologie di bullismo sulle persone con disabilità. In ordine decrescente si trovano: offeso con soprannomi, parolacce e insulti; preso in giro per l'aspetto fisico o per il modo di parlare; preso di mira raccontando in giro storie sul tuo conto; emarginato per le opinioni; colpito con spintoni, botte, calci e pugni

Come possiamo vedere dal grafico su un campione di 100 ragazzi e adolescenti dagli 11 ai 17 anni il bullismo verbale con soprannomi, parolacce e insulti è il più diffuso, specialmente tra la popolazione maschile.É però importante ricordare che molto spesso i confini tra le forme di bullismo non sono ben delineati: la persona presa di mira può essere infatti vittima di insulti e percosse contemporaneamente.

Disabilità e bullismo

Riflettiamo sulle conseguenze di un atto di bullismo nei confronti delle persone con disabilità.I risvolti provocano un doppio danno: personale e sociale. Accanto alle conseguenze sul piano individuale, infatti, particolare attenzione va posta sugli effetti distruttivi rispetto a tutto il lavoro abilitativo svolto dalle famiglie e riabilitativo dei professionisti, che viene spesso trascurato.

I danni causati dal bullismo

Spesso una persona presa di mira da insulti, attacchi fisici e bullismo online finisce per credere seriamente alle parole d’odio dell’aggressore facendo nascere sensi di colpa per la propria condizione fisica, per il proprio orientamento sessuale o cultura di appartenenza. Insomma, è la vittima che finisce per credere di star sbagliando qualcosa. Per i bulli, infatti, la persona attaccata è diversa: ed è proprio su questo aspetto che è necessario intervenire.

Non basta costruire rampe davanti alle scale o attrezzare un bagno a norma per le persone con disabilità. É necessario implementare una giusta etica dell’inclusione se vogliamo che il bullismo sia definitivamente sconfitto. Non serve a nulla affrontare un nemico alimentando l’odio causato dalle sue azioni.

E’ importante conoscere direttamente le persone con disabilità, puntare sull’educazione, su percorsi di sensibilizzazione iniziando dagli ambienti scolastici per far riflettere e comprendere che il vero problema non è la persona con disabilità, ma l’atteggiamento nei confronti di essa. Solo così saremo in grado di vedere ciò che chiamiamo “diverso” come parte integrante della comunità.

AccessiWay: la chiave per abbattere gli ostacoli digitali

Gli ostacoli digitali infatti rendono la persona con disabilità “diversa” e esclusa da molteplici opportunità. Questo porta a gravi danni nella socializzazione delle persone con disabilità, compromettendo la qualità della vita.Includere significa anche garantire il diritto di accessibilità a tutte le attività o servizi, web compreso. Questo è infatti l’obiettivo di AccessiWay. Rendere il web un luogo accessibile alle persone con disabilità svolge un ruolo molto importante per abbattere ogni barriera che non fa altro che alimentare questa diversità.

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